Ginecologia e ostetricia

Visite e prestazioni

Visita
ginecologica

La visita ginecologica inizia con l’anamnesi, cioè la storia della paziente con tutti i dettagli che possono essere utili al ginecologo per il corretto inquadramento clinico. Questi dettagli possono includere interventi chirurgici pregressi, malattie presenti o passate, medicinali assunti quotidianamente, allergie a farmaci o alimenti, eventuali…

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La visita ginecologica inizia con l’anamnesi, cioè la storia della paziente con tutti i dettagli che possono essere utili al ginecologo per il corretto inquadramento clinico. Questi dettagli possono includere interventi chirurgici pregressi, malattie presenti o passate, medicinali assunti quotidianamente, allergie a farmaci o alimenti, eventuali gravidanze, regolarità mestruale e data dell’ultima mestruazione.

Chiaramente, il ginecologo chiederà informazioni sulle motivazioni che portano la paziente alla visita, cioè se sono presenti dei disturbi, e quali, o se si tratta di una visita di controllo.Quindi la paziente viene fatta accomodare sul lettino, in posizione ginecologica. Il ginecologo esegue l’esame speculare, cioè applica un divaricatore vaginale (speculum) per visualizzare la vagina e la cervice uterina e verificarne lo stato. Successivamente procede con la visita vera e propria utilizzando le mani per valutare dimensioni, forma e sensibilità di utero ed ovaie. In molti casi la visita viene assistita da un’ecografia ginecologica “office”, cioè una rapida ecografia di completamento diagnostico.

Al termine della visita il ginecologo provvederà a spiegare nei dettagli eventuali riscontri patologici e le relative implicazioni per la salute. Inoltre, prescriverà eventuali approfondimenti diagnostici o terapie specifiche, qualora necessario. Verrà quindi emesso al momento un referto dettagliato della visita eseguita.

Visita
ostetrica

La visita ostetrica ha lo scopo di verificare periodicamente lo stato di salute di mamma e feto durante la gravidanza e di identificare eventuali fattori di rischio o necessità di approfondimenti diagnostici o di terapia. Una prima fase indaga l’eventuale presenza di sintomatologia per la quale si daranno suggerimenti pratici ed eventualmente si…

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La visita ostetrica ha lo scopo di verificare periodicamente lo stato di salute di mamma e feto durante la gravidanza e di identificare eventuali fattori di rischio o necessità di approfondimenti diagnostici o di terapia. Una prima fase indaga l’eventuale presenza di sintomatologia per la quale si daranno suggerimenti pratici ed eventualmente si prescriveranno terapie mirate.

Si passa quindi al controllo degli esami ematochimici eseguiti prima della visita in modo da valutare situazioni potenzialmente a rischio di patologie della gravidanza (quali anemia, infezioni delle vie urinarie, diabete gestazionale, ecc.). Si esegue quindi l’esame obiettivo con determinazione dei paramenti materni (peso corporeo e pressione arteriosa), controllo del battito fetale mediante ecografia e, quando indicato, visita pelvica per la valutazione della cervice uterina.

Al termine della visita il ginecologo redige un referto riassuntivo che viene direttamente consegnato alla paziente, unitamente con la prescrizione per i successivi esami di controllo, eventuali approfondimenti diagnostici, o terapie.

Ecografia
ginecologica

L’ecografia ginecologica sfrutta la capacità degli ultrasuoni di essere visualizzabili con particolari macchinari in modo da permettere al ginecologo di “vedere” gli organi genitali interni quali utero, tube ed ovaie. Mediante l’ecografia ginecologica è possibile verificare la salute dei genitali interni ed identificare processi patologic…

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L’ecografia ginecologica sfrutta la capacità degli ultrasuoni di essere visualizzabili con particolari macchinari in modo da permettere al ginecologo di “vedere” gli organi genitali interni quali utero, tube ed ovaie. Mediante l’ecografia ginecologica è possibile verificare la salute dei genitali interni ed identificare processi patologici come polipi endometriali o altre patologie dell’endometrio, miomi uterini, dilatazione delle tube, cisti ovariche, ecc.

L’esame si esegue con la paziente sdraiata sul lettino in posizione ginecologica. Si può utilizzare una sonda vaginale (ecografia transvaginale) oppure addominale (ecografia trans-addominale), a seconda del tipo di paziente e della necessità diagnostica. Per l’esame transvaginale si raccomanda di aver svuotato la vescica, mentre per quello trans-addominale si preferisce la vescica piena.

L’esame ha una durata variabile da 10 minuti a 20 minuti o anche oltre, a seconda della difficoltà e del riscontro diagnostico. Si tratta di un esame non doloroso, non più impegnativo di una normale visita ginecologica.

Al termine dell’esame il ginecologo provvederà a spiegare nei dettagli il riscontro strumentale con le relative implicazioni per la salute e gli eventuali approfondimenti diagnostici, se necessari. Verrà quindi emesso al momento un referto dettagliato dell’esame.

Colposcopia
Vulvoscopia
Peniscopia

COLPOSCOPIA: la colposcopia è un esame indicato in caso di Pap-test alterato o HPV-test positivo, oppure problematiche della cervice uterina identificate durante la visita ginecologica. Ha principalmente lo scopo di valutare l’eventuale presenza di lesioni correlate all’HPV (Papillomavirus) a livello della cervice uterina o della vagina.
L’e…

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COLPOSCOPIA: la colposcopia è un esame indicato in caso di Pap-test alterato o HPV-test positivo, oppure problematiche della cervice uterina identificate durante la visita ginecologica. Ha principalmente lo scopo di valutare l’eventuale presenza di lesioni correlate all’HPV (Papillomavirus) a livello della cervice uterina o della vagina.
L’esame si effettua con la paziente sul lettino in posizione ginecologica. Si introduce lo speculum (divaricatore vaginale) per visualizzare la cervice. Quindi si detergono la cervice e la vagina prima con una soluzione di acido acetico, successivamente con una soluzione a base di sali iodati (soluzione di Lugol). Queste soluzioni hanno lo scopo di “colorare” le mucose e rendere evidenti eventuali lesioni.

Per visualizzare dettagli anche minimi il ginecologo utilizza uno strumento magnificatore, il colposcopio, una sorta di binocolo in grado di ingrandire la visione a distanza di visita. Se una lesione viene identificata, può essere indicato procedere ad una biopsia, cioè ad un piccolo prelievo di tessuto per l’analisi istologica, eseguita presso laboratorio dedicato. La biopsia si effettua con uno strumento apposito (la pinza da biopsia) ed è una procedura rapida e generalmente ben tollerata.
Al termine dell’esame, il ginecologo redige un referto completo di rilievi colposcopici ed indicazioni cliniche, documento che viene immediatamente consegnato alla paziente. In caso di biopsia, sarà però necessario attendere anche l’esito dell’esame istologico a completamento dell’esame e per un’indicazione clinica appropriata.

VULVOSCOPIA: la vulvoscopia è l’esame della regione vulvo-perineale eseguito con adeguata illuminazione, generalmente tramite l’utilizzo del colposcopio. Le indicazioni all’esame comprendono il sospetto di condilomi (verruche genitali da HPV), la presenza di lesioni vulvari di natura da definire, e talvolta sintomi vulvari per i quali non si sia riscontrata una chiara causa alla visita ginecologica. La vulvoscopia si esegue con la paziente sul lettino, in posizione ginecologica. L’esame visivo accurato di vulva e regione perineale, spesso supportato dalla visione magnificata del colposcopio, permette di indagare nei dettagli la presenza e la tipologia dell’eventuale lesione vulvare. Talvolta, per evidenziare alcuni dettagli, i genitali vengono detersi con una soluzione di acido acetico.

In alcuni casi è possibile eseguire una biopsia della lesione per meglio caratterizzarla mediante l’esame istologico. Questa procedura viene eseguita in anestesia locale, cioè praticando una infiltrazione di farmaco anestetico in prossimità del punto su cui si interviene.
Al termine dell’esame, il ginecologo compila un referto vulvoscopico completo di eventuali indicazioni cliniche. In caso di biopsia, sarà però necessario attendere l’esito dell’esame istologico per un referto completo di indicazione clinica appropriata.

PENISCOPIA: la peniscopia è un esame simile alla vulvoscopia, ma eseguito sui genitali maschili. Viene talvolta data l’indicazione ad eseguire la peniscopia in caso di partner con accertata infezione da HPV o quando c’è il sospetto di condilomi (verruche) genitali. Di fatto, questo esame ha lo scopo di identificare lesioni HPV-correlate, condilomi compresi. Per patologie specifiche del genitale maschile è invece solitamente raccomandata la visita urologica.

L’esame si esegue con l’ausilio del colposcopio che permette di visualizzare particolari anche minimi e condilomi di piccole dimensioni. Per evidenziare alcuni dettagli è anche possibile detergere i genitali con una soluzione di acido acetico. La peniscopia è un esame che generalmente dura pochi minuti ed è completamente indolore. Al termine dell’esame il referto di peniscopia, completo di eventuali indicazioni cliniche, viene consegnato direttamente al paziente.

Valutazione
microbiota
vaginale

La visita per la valutazione del microbiota vaginale si avvale della microscopia a fresco. Cioè, si utilizza un’analisi microscopica in diretta sulle secrezioni vaginali, con lo scopo di determinare la presenza fisiologica di lattobacilli e patologica di altri batteri, funghi o protozoi. Inoltre, la valutazione del pH, della presenza di amine ba…

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La visita per la valutazione del microbiota vaginale si avvale della microscopia a fresco. Cioè, si utilizza un’analisi microscopica in diretta sulle secrezioni vaginali, con lo scopo di determinare la presenza fisiologica di lattobacilli e patologica di altri batteri, funghi o protozoi. Inoltre, la valutazione del pH, della presenza di amine batteriche (mediante KOH-test), la quantità e il colore delle secrezioni, completano il quadro per una valutazione complessiva dell’equilibrio microbiologico vaginale. Questo esame è particolarmente indicato in caso di vaginiti recidivanti, sospetta vaginosi batterica, sintomatologia fastidiosa vulvovaginale in assenza di rilievi alla visita ginecologica, o anche solo per verificare lo stato di salute microbiologica a livello vaginale. Infatti, lo squilibrio cronico del microbiota vaginale può facilitare le infezioni vaginali e sessualmente trasmissibili, compresa quella da HPV.

Da un punto di vista pratico, la paziente viene fatta accomodare sul lettino in posizione ginecologica. Si esegue quindi l’esame speculare, come in una comune visita ginecologica, inserendo lo speculum (divaricatore vaginale) per visualizzare la vagina e le secrezioni che vi sono raccolte. Si applica quindi una cartina tornasole per determinare il pH vaginale. Quindi, si preleva una piccola quantità di secrezioni che andranno stemperate sul vetrino da microscopia. A questo punto il ginecologo verifica al microscopio la presenza o assenza dei vari tipi cellulari, compresi: lattobacilli (che costituiscono la normale flora vaginale), batteri (come Streptococco o Gardnerella), funghi (come Candida), protozoi (come Trichomonas) e cellule infiammatorie (come Granulociti).

Al termine dell’esame, il ginecologo provvederà a fornire tutte le spiegazioni del caso e produrrà un referto completo della valutazione effettuata.

Valutazione
Uroginecologica

La valutazione uroginecologica si svolge in maniera simile alla visita ginecologica ma è atta a valutare più nel dettaglio le eventuali problematiche relative al prolasso genitale o all’incontinenza urinaria. La valutazione inizia con l’anamnesi generale, cioè la storia della paziente con tutti i dettagli che possono essere utili al ginecolo…

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La valutazione uroginecologica si svolge in maniera simile alla visita ginecologica ma è atta a valutare più nel dettaglio le eventuali problematiche relative al prolasso genitale o all’incontinenza urinaria. La valutazione inizia con l’anamnesi generale, cioè la storia della paziente con tutti i dettagli che possono essere utili al ginecologo per il corretto inquadramento clinico. Si procede con l’anamnesi uroginecologica che indaga sulle abitudini minzionali, comprese frequenza e validità della minzione, necessità di minzione durante la notte, ed eventuali sintomi da incontinenza da sforzo (ad esempio fughe d’urina ai colpi di tosse) o da urgenza (difficoltà a trattenere lo stimolo urinario), sensazione di peso o prolasso genitale. Quindi la paziente viene fatta accomodare sul lettino, in posizione ginecologica.

Il ginecologo esegue l’esame speculare, cioè applica un divaricatore vaginale (speculum) per visualizzare la vagina e la cervice uterina. In questa fase si valuterà particolarmente la presenza di prolasso genitale, cioè la discesa dell’utero (isteroptosi), della vescica (cistocele) o la procidenza del retto (rettocele) nel canale vaginale. Si valuterà inoltre la fuga d’urina ai colpi di tosse. Al termine della visita il ginecologo provvederà a spiegare nei dettagli eventuali riscontri patologici e le relative implicazioni per la salute. Inoltre, prescriverà eventuali approfondimenti diagnostici o terapie specifiche, qualora necessario. Verrà quindi emesso al momento un referto dettagliato della visita eseguita.

CONSULENZA ALLA
COPPIA INFERTILE

La consulenza alla coppia infertile è un percorso che mira a supportare le coppie che stanno incontrando difficoltà nel concepire un bambino. Questa consulenza può includere una valutazione medica e informazioni sui trattamenti di procreazione assistita.
Cosa comporta la consulenza:

Valutazione medica:

Un ginecologo specializzato in infertili…

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La consulenza alla coppia infertile è un percorso che mira a supportare le coppie che stanno incontrando difficoltà nel concepire un bambino. Questa consulenza può includere una valutazione medica e informazioni sui trattamenti di procreazione assistita.

Cosa comporta la consulenza:

  • Valutazione medica:

Un ginecologo specializzato in infertilità valuterà la storia clinica della coppia, effettuerà esami specifici per individuare eventuali cause dell’infertilità (es. esami ormonali, spermiogramma, ecografie) e proporrà il percorso diagnostico-terapeutico più adeguato.

  • Informazioni sui trattamenti:

La consulenza fornirà dettagli sui trattamenti di procreazione medicalmente assistita (PMA) come la fecondazione in vitro (FIVET), l’inseminazione intrauterina (IUI) e altre tecniche, spiegandone le modalità, le percentuali di successo e i possibili rischi.

Quando è consigliabile rivolgersi a un centro per la fertilità:

  • Se una coppia non riesce a concepire dopo 12 mesi di rapporti non protetti (o 6 mesi se la donna ha più di 35 anni), è consigliabile consultare un medico specialista in infertilità.
  • La consulenza è consigliata anche alle coppie che desiderano informazioni sui trattamenti di PMA o che stanno affrontando problemi di fertilità di lunga data.

ECOGRAFIA
GINECOLOGICA
DI 2 LIVELLO

L’ecografia ginecologica di secondo livello è un’ecografia più approfondita, eseguita da specialisti, che viene richiesta quando un’ecografia di routine (di primo livello) solleva dubbi o evidenzia anomalie nell’apparato genitale femminile. Questo tipo di ecografia mira a fornire una diagnosi più precisa e dettagliata, sp…

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L’ecografia ginecologica di secondo livello è un’ecografia più approfondita, eseguita da specialisti, che viene richiesta quando un’ecografia di routine (di primo livello) solleva dubbi o evidenzia anomalie nell’apparato genitale femminile. Questo tipo di ecografia mira a fornire una diagnosi più precisa e dettagliata, spesso utilizzando tecnologie più avanzate e operatori con maggiore expertise.

Posizionamento
spirale

Al Poliambulatorio Sant’Agata è possibile prenotare un appuntamento per inserimento di spirale (chiamata anche “dispositivo intra-uterino”, o “IUD” dall’inglese “Intra-Uterine Device”), dopo adeguata valutazione ginecologica e prescrizione della stessa da parte del ginecologo curante.
Si tratta di un piccolo dispositivo in plastica…

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Al Poliambulatorio Sant’Agata è possibile prenotare un appuntamento per inserimento di spirale (chiamata anche “dispositivo intra-uterino”, o “IUD” dall’inglese “Intra-Uterine Device”), dopo adeguata valutazione ginecologica e prescrizione della stessa da parte del ginecologo curante.

Si tratta di un piccolo dispositivo in plastica, a forma di “T”, che viene inserito nell’utero. È una metodica contraccettiva molto efficace che è disponibile in due varianti, quella al rame (in cui un sottile filo di rame è avvolto attorno al corpo in plastica del dispositivo) e quella ormonale (in cui un piccolo serbatoio contiene un ormone progestinico, il levonorgestrel, che viene lentamente rilasciato nei tessuti uterini). Mentre entrambe hanno la finalità di impedire l’instaurarsi di una gravidanza, la IUD ormonale può risultare efficace anche nel ridurre la quantità del flusso mestruale ed è pertanto indicata in donne con flussi mestruali particolarmente abbondanti.

L’inserimento avviene durante un esame speculare, in cui lo speculum (divaricatore vaginale) permette la visualizzazione della cervice. Quindi, una sottile cannula in plastica viene fatta scorrere all’interno dell’utero per posizionare la spirale nella sua posizione corretta. Due sottili fili di repere verranno lasciati fuoriuscire dalla cervice uterina, serviranno per la sua rimozione una volta giunti alla scadenza. La durata della spirale varia dal tipo di dispositivo e può andare da 3 a 6 anni. Solitamente si consiglia l’inserimento durante la mestruazione, quando la cervice uterina è più preparata a lasciar passare il dispositivo.

La procedura di inserimento dura pochi secondi ed è generalmente ben tollerata. Tuttavia, è talvolta possibile percepire disconfort o un fugace dolore.
Il nostro personale è a disposizione per consigliarti al meglio rispetto all’eventuale utilizzo della spirale.

INSERIMENTO
DISPOSITIVO
SOTTOCUTANEO
NEXPLANON

Nexplanon è un impianto contraccettivo precaricato in un applicatore monouso. L’impianto è un bastoncino di plastica piccolo, morbido, flessibile, della lunghezza di 4 cm e del diametro di 2 mm che contiene 68 milligrammi del principio attivo etonogestrel. L’applicatore consente all’operatore sanitario di inserire l’impian…

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Nexplanon è un impianto contraccettivo precaricato in un applicatore monouso. L’impianto è un bastoncino di plastica piccolo, morbido, flessibile, della lunghezza di 4 cm e del diametro di 2 mm che contiene 68 milligrammi del principio attivo etonogestrel. L’applicatore consente all’operatore sanitario di inserire l’impianto appena sotto la cute nella parte superiore del braccio. L’etonogestrel è un ormone femminile sintetico simile al progesterone. Una piccola quantità di etonogestrel viene continuamente rilasciata nel flusso sanguigno. L’impianto è realizzato in copolimero etilene vinilacetato, una plastica che non si scioglie nel corpo. L’impianto contiene una piccola quantità di solfato di bario che lo rende visibile ai raggi X.

Sostituzione
pessario

Per le donne affette da prolasso genitale e portatrici di pessario, svolgiamo un servizio di sostituzione indipendente dalla visita ginecologica. Il nuovo pessario verrà portato dalla paziente, in modo che sia della tipologia e della misura corrette. In caso di necessità di visita ginecologica, il pessario potrà essere sostituito durante la visi…

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Per le donne affette da prolasso genitale e portatrici di pessario, svolgiamo un servizio di sostituzione indipendente dalla visita ginecologica. Il nuovo pessario verrà portato dalla paziente, in modo che sia della tipologia e della misura corrette. In caso di necessità di visita ginecologica, il pessario potrà essere sostituito durante la visita senza costi aggiuntivi.

Sonoisterografia

Si tratta di un’ecografia ginecologica transvaginale specificatamente dedicata allo studio della cavità endometriale. La cavità endometriale è quello spazio interno all’utero che accoglie la mucosa endometriale. Questo spazio è di per sé virtuale in quanto le pareti che lo delimitano sono naturalmente collabite fra loro. Pertanto, lo studi…

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Si tratta di un’ecografia ginecologica transvaginale specificatamente dedicata allo studio della cavità endometriale. La cavità endometriale è quello spazio interno all’utero che accoglie la mucosa endometriale. Questo spazio è di per sé virtuale in quanto le pareti che lo delimitano sono naturalmente collabite fra loro. Pertanto, lo studio dell’endometrio può risultare difficoltoso ad una normale ecografia ginecologica.

La sonoisterografia permette una miglior visualizzazione della cavità endometriale e delle rime endometriali grazie all’introduzione di una piccola quantità di liquido (soluzione fisiologica) al suo interno. Il liquido viene introdotto mediante un sottile catetere in silicone attraverso la cervice uterina. Il catetere viene applicato durante l’esame speculare, cioè con il posizionamento dello stesso divaricatore vaginale che si utilizza per eseguire un Pap-test.

L’esame ha una durata variabile da 10 minuti a 20 minuti o anche oltre, a seconda della difficoltà e del riscontro diagnostico.
Si tratta di un esame non doloroso, non più impegnativo di una normale ecografia ginecologica.

Al termine dell’esame il ginecologo provvederà a spiegare il riscontro diagnostico e prescriverà eventuali approfondimenti strumentali. Verrà quindi redatto al momento un referto dettagliato dell’esame.

Ecografia ostetrica
primo trimestre con NT

L’ecografia ostetrica del primo trimestre ha lo scopo di datare correttamente la gravidanza. Questa stima è importante perché permette di stabilire con maggiore accuratezza l’epoca presunta del parto dalla quale dipende la regolare successione dei consueti accertamenti della gravidanza. L’esecuzione dell’ecografia ostetrica del primo trim…

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L’ecografia ostetrica del primo trimestre ha lo scopo di datare correttamente la gravidanza. Questa stima è importante perché permette di stabilire con maggiore accuratezza l’epoca presunta del parto dalla quale dipende la regolare successione dei consueti accertamenti della gravidanza. L’esecuzione dell’ecografia ostetrica del primo trimestre è raccomandata fra 10 e 12 settimane dopo l’inizio dell’ultima mestruazione perché in questa finestra temporale l’embrione ha le dimensioni migliori per essere misurato accuratamente.

Inoltre, durante l’esecuzione dell’ecografia, si potrà richiedere la valutazione della traslucenza nucale (NT) il cui aumento spesso si correla a importanti problematiche fetali.
Al termine dell’esame, il ginecologo ecografista consegnerà alla paziente il referto completo di fotografie.

Ecografia
ostetrica
morfologica

L’ecografia ostetrica morfologica ha lo scopo, come dice lo stesso nome, di valutare la morfologia fetale per confermare una corretta formazione degli organi ed individuare eventuali malformazioni. Pertanto, è un esame di fondamentale importanza. Di solito se ne raccomanda l’esecuzione a 20-21 settimane di gestazione perché in questa fase il …

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L’ecografia ostetrica morfologica ha lo scopo, come dice lo stesso nome, di valutare la morfologia fetale per confermare una corretta formazione degli organi ed individuare eventuali malformazioni. Pertanto, è un esame di fondamentale importanza. Di solito se ne raccomanda l’esecuzione a 20-21 settimane di gestazione perché in questa fase il feto ha generalmente le dimensioni migliori per essere valutato nei dettagli anatomici.

Al termine dell’esame, il ginecologo ecografista redigerà un dettagliato referto, completo di fotografie, che consegnerà al momento alla paziente.

Ecografia
ostetrica
terzo trimestre

L’ecografia ostetrica del terzo trimestre è anche chiamata “ecografia di accrescimento” perché valuta il corretto aumento del peso fetale attraverso particolari algoritmi ecografici basati sulle dimensioni degli organi. Un accrescimento inferiore o superiore alla norma possono indicare segni di disfunzione della gravidanza e vanno sempre in…

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L’ecografia ostetrica del terzo trimestre è anche chiamata “ecografia di accrescimento” perché valuta il corretto aumento del peso fetale attraverso particolari algoritmi ecografici basati sulle dimensioni degli organi. Un accrescimento inferiore o superiore alla norma possono indicare segni di disfunzione della gravidanza e vanno sempre indagati e monitorati. Pertanto, questa ecografia costituisce un importante momento di valutazione del corso della gravidanza. Generalmente si consiglia di eseguire questa ecografia a 30-32 settimane di gestazione.

Al termine dell’esame, il ginecologo ecografista redigerà il referto completo di misurazioni e peso stimato fetale e lo consegnerà alla paziente unitamente alle fotografie.

Ecografia
ostetrica 3D

L’ecografia ostetrica 3D viene eseguita con particolari sonde ecografiche che permettono la ricostruzione tridimensionale dell’immagine. Con questa metodica è, pertanto, possibile visualizzare parti fetali, più tipicamente il volto, in tre dimensioni. L’esecuzione di questo esame è per la paziente identica a qualunque altra ecografia ostet…

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L’ecografia ostetrica 3D viene eseguita con particolari sonde ecografiche che permettono la ricostruzione tridimensionale dell’immagine. Con questa metodica è, pertanto, possibile visualizzare parti fetali, più tipicamente il volto, in tre dimensioni. L’esecuzione di questo esame è per la paziente identica a qualunque altra ecografia ostetrica, solo il risultato dell’immagine è differente e di maggior effetto visivo e gradimento.

Al termine dell’esame, il ginecologo ecografista consegnerà il referto corredato delle migliori immagini 3D che si sono realizzate.

Diagnosi
prenatale
(DNA fetale)

Si tratta di un test di screening prenatale non invasivo (detto anche NIPT, dall’inglese “Non-Invasive Prenatal Test”) che si basa sull’analisi del DNA fetale circolante nel sangue materno. Infatti, grazie agli scambi placentari, frammenti di DNA provenienti dalla placenta e dal feto si riversano in piccole quantità nella circolazione sang…

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Si tratta di un test di screening prenatale non invasivo (detto anche NIPT, dall’inglese “Non-Invasive Prenatal Test”) che si basa sull’analisi del DNA fetale circolante nel sangue materno. Infatti, grazie agli scambi placentari, frammenti di DNA provenienti dalla placenta e dal feto si riversano in piccole quantità nella circolazione sanguigna materna. Questo DNA può essere recuperato attraverso un prelevo di sangue ed analizzato.

Specifiche metodiche permettono la sua valutazione verso una stima del rischio delle anomali cromosomiche più frequenti come trisomia 21, trisomia 18, e trisomia 13. Tipicamente questa analisi si esegue a 10-14 settimane di gestazione. L’analisi NIPT si può considerare molto più accurata del test biochimico. Tuttavia, rimane pur sempre una tecnica di screening che non può restituire una diagnosi di certezza.

Inoltre, prima di eseguire un’indagine NIPT, è importante sottoporsi ad un’ecografia del primo trimestre e per la valutazione della translucenza nucale (NT), per confermare l’indicazione al test di screening.

Diagnosi
prenatale
(biochimico)

A 10-12 settimane di gestazione è possibile sottoporsi al prelevo di sangue per la misurazione plasmatica di alcune proteine (Free Beta-hCG e PAPP-A) che unitamente alla misura della traslucenza nucale del feto (NT) tramite ecografia forniscono indicazioni sulla probabilità che il feto sia affetto da alcune delle anomalie cromosomiche più freque…

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A 10-12 settimane di gestazione è possibile sottoporsi al prelevo di sangue per la misurazione plasmatica di alcune proteine (Free Beta-hCG e PAPP-A) che unitamente alla misura della traslucenza nucale del feto (NT) tramite ecografia forniscono indicazioni sulla probabilità che il feto sia affetto da alcune delle anomalie cromosomiche più frequenti: trisomia 21, trisomia 18, trisomia 13.

Pur trattandosi di un test accurato, un eventuale risultato di rischio aumentato non costituisce una diagnosi di certezza ma orienta verso ulteriori accertamenti. Pertanto, è importante valutare attentamente con il proprio ginecologo l’opportunità di eseguire questo esame nell’ottica di uno screening di diagnosi prenatale.

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